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Report 5 anni di Resistenze

La Piattaforma delle Resistenze si è evoluta continuamente nel corso degli anni coinvolgendo in maniera proattiva i suoi stessi protagonisti.
Non solo i cittadini fruitori del Festival, 7.000 durante la settimana che ha animato piazza Matteotti fra il 25 aprile e il primo maggio 2014, ma anche i 90 partner che hanno co-progettato assieme allo staff organizzativo della Piattaforma 25 percorsi che si sono conclusi con 70 eventi e 30 tavole rotonde sulle visioni europee.
Un movimento di massa che coinvolge associazioni del territorio, cooperative culturali, agenzie di educazione permanente, biblioteche e non ultimo le scuole di ogni ordine e grado della Provincia impegnate in un percorso sulla cittadinanza attiva e sul senso delle regole.
Un processo, quindi, quello promosso inizialmente dall’Assessorato cultura in lingua italiana della Provincia di Bolzano, che possiamo definire di innovazione sociale perché concerne nelle cause e negli effetti il benessere dei cittadini.
Per chi si occupa di politiche culturali e, ancora più, per chi in maniera visionaria intreccia lo sviluppo culturale con lo sviluppo sociale ed economico del territorio, diventa emergente la rincorsa a metodi di gestione delle risorse pubbliche improntati a criteri di giustizia sociale ed equità.
E nei risultati va detto che la Piattaforma ha avviato questo processo di co-progettazione dei contenuti e delle dinamiche riguardanti la memoria e la cittadinanza attiva.
Processo non semplice, proprio perché innovativo, e a volte non compreso fino in fondo, ma che ha lavorato e sta lavorando sulla fiducia dei partner della Piattaforma per costruire un’identità che sia plurale e condivisa dalla maggior parte degli attori coinvolti.
Un processo di definizione che cerca di coinvolgere tutti i punti di vista: dal singolo membro dell’associazione alla parte politica, dai gruppi informali di interesse all’amministrazione provinciale.
In questo ecosistema generativo di nuova progettazione soggetti organizzati del territorio hanno incominciato ad instaurare un dialogo sempre più attivo con l’ente pubblico, che a sua volta ha assecondato questa relazione, spostando l’asse delle deliberazioni dall’ente stesso (relazionalità top-down) alla discussione collegiale con i partner del progetto e al cui interno - tuttavia - il pubblico, garante dell’interesse generale, non subisce passivamente decisioni assunte in altra sede (relazionalità bottom-up), ma diventa uno fra pari contribuendo con tutti gli altri alla definizione delle decisioni da assumere per la realizzazione del progetto stesso.
Dal punto di vista della struttura organizzativa si assiste, quindi, al passaggio da una filiera gerarchico-verticale a una a struttura orizzontale-nodale il cui carattere principale è, come abbiamo visto, l’egualitarismo fra gli attori della struttura.

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